COOPERATIVA SOCIALE AQUILONE AZZURRO

Le Strutture

SRSRVIA GERMANICO
Assistenza sulle 12 ore giornaliere

La struttura risponde appieno al DPR 14 gennaio 1997 n. 37 in materia di requisiti strutturali (D.G.R. del Lazio 21 marzo 2003 n. 252 di recepimento del sopra indicato DPR, D.G.R. Regione Lazio, n. 424 del 14.07.2006 in esecuzione della L.R. 4/2003) secondo cui le residenze che possono ospitare fino a dieci persone, debbono avere tra i requisiti strutturali le caratteristiche delle civili abitazioni ed essere collocate in contesto residenziale urbano per agevolare i processi di socializzazione. La situazione urbanistica garantisce inoltre un’ampia libertà di spostamento da parte degli ospiti in quanto è servita da diversi mezzi pubblici che collegano il quartiere Prati con il resto della città (metropolitana tram e autobus).
Gli ambienti sono strutturati e arredati in modo da garantire le migliori condizioni di vita in un ambiente domestico e familiare, e sono pensati per offrire opportunità di socializzazione al suo interno, ma anche per favorire un processo di progressiva appropriazione di spazi propri e autonomi.
La SRSR è gestita da un’équipe multidisciplinare formata da personale qualificato e, laddove necessario, si avvale della consulenza e della collaborazione di professionisti del territorio.
Le attività svolte sono state, nel corso degli anni, molteplici, a seconda delle caratteristiche particolari degli ospiti che si sono avvicendati nella struttura, ma sono sempre state ispirate dalle medesime linee guida stabilendo come obiettivo finale il mantenimento e l’incremento delle autonomie, punto di partenza per ri-appropriarsi dei propri spazi e del proprio corpo e requisito imprescindibile della riabilitazione psico-sociale.
La struttura risponde inoltre a tutti i requisiti previsti dalle vigenti normative, anche in materia di sicurezza ed il personale specializzato è in possesso del titolo di studio e/o della qualifica richiesta dalla normativa vigente.
Il medico psichiatra responsabile, igienico-sanitario, è il Dott.Sandro D’Amico, nato a Padova il 11/03/1956, iscritto all’Albo dei Medici Chirurghi con n. 40542.

ORGANIGRAMMA “Via Germanico”
dott. Sandro D’AmicoMedico Psichiatra Responsabile Igienico-Sanitario
dott.ssa Barbara CapoPsicoterapeuta Responsabile Progetto Socio-Riabilitativo
dott.ssa Paola MontanariEducatore e Coordinatore della Struttura
dott.ssa Maria MecaroniPsicologa
dott. Aldo FiorilliPsicologo Psicoterapeuta
Elena ToanchinaInfermiera Professionale
Barbara CassianiAssistente sociale
Gazmend DajaOperatore Socio-Sanitario (OSS)
Anita T. TenaOperatore Socio-Sanitario (OSS)

SRSRLA GATTA
Assistenza sulle 24 ore giornaliere

“La Gatta”, a suo tempo nata per la riabilitazione di utenti provenienti dall’ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma, ad oggi accoglie un utenza con caratteristiche diverse rispetto all’inizio. Gli ospiti spesso presentano maggiori capacità e abilità residue, ma si rilevano patologie tali da rendere necessari maggiori sforzi nella individuazione e realizzazione di progetti individualizzati. Lo scopo del progetto della comunità è quello di far raggiungere e mantenere agli ospiti un livello di socializzazione ottimale in base alle funzionalità residue e tale da garantire il maggior recupero di autonomia possibile. In base alle esperienze maturate si ritiene che il programma organizzativo per il servizio riabilitativo si possa articolare nello svolgimento di progetti di gruppo integrati da singoli progetti individuali.
Lo scopo del progetto della comunità è quello di far raggiungere e mantenere agli ospiti un livello di socializzazione ottimale in base alle funzionalità residue e tale da garantire il maggior recupero di autonomia possibile.
A tal fine si individua nell’équipe multidisciplinare lo strumento idoneo alla realizzazione degli stessi. I componenti dell’équipe, oltre a fornire un’assistenza di base, si occupano di fornire agli ospiti un supporto terapeutico medico-psichiatrico e psicologico-riabilitativo integrato volto alla realizzazione del progetto di gruppo oltre che di progetti individuali.
Per il personale è, inoltre, previsto lo svolgimento di gruppi di sostegno e formazione a cura dello psichiatra e dello psicoterapeuta della struttura.
Gli ospiti sono seguiti anche da un punto di vista fisico dal medico di base e vengono accompagnati presso studi medici specialistici e laboratori di analisi. Infine, viene curato anche l’aspetto amministrativo ed economico: documenti d’identità, libretti sanitari, pensioni.
Il medico psichiatra responsabile, igienico-sanitario è il Dott. Sandro D’Amico, nato a Padova il 11/03/1956, iscritto all’Albo dei Medici Chirurghi con N. 40542.

ORGANIGRAMMA “La Gatta”
dott. Sandro D’AmicoMedico Psichiatra Responsabile Sanitario
dott.ssa Silvia MinerviniPsicoterapeuta Responsabile Progetto Socio-Riabilitativo
dott.ssa Maria MecaroniPsicologa 
dott.ssa Paola MontanariEducatore e Coordinatore della Struttura
Orietta ClericoInfermiera Professionale
Silvia SantacroceInfermiera Professionale
Barbara CassianiAssistente Sociale
Maria Claudia Satizabal VillegasFisioterapista
Monica HerisOperatore Socio-Sanitario (OSS)
Halyna TchernitskayaOperatore Socio-Sanitario (OSS)
Valerio MarcucciOperatore Socio-Sanitario (OSS)

REGOLAMENTO INTERNO
SRSR “Via Germanico” e “La Gatta”

I programmi socio-riabilitativi personalizzati sono elaborati in collaborazione con l’équipe del Servizio Psichiatrico inviante della ALS e vengono attuati attraverso interventi diversificati individuali e di gruppo.
Come da specifiche riportate nel Decreto del Commissario ad Acta 14 maggio 2015, n. U00188 “L’accesso alle strutture residenziali di cui alle tipologie C)D)E) avviene su autorizzazione del DSM, su ricettario del SSR previa valutazione di idoneità da parte della specifica UVM istituita in ogni ASL.”
La proposta d’ingresso è dunque formulata dal Centro di Salute Mentale, che presenta richiesta di idoneità per la tipologia assistenziale individuata come appropriata alla specifica UVM (Unità Valutativa Multidisciplinare) presente in ogni ASL.
Una volta ricevuta la certificazione d’idoneità, lo psichiatra curante del CSM di residenza dell’ospite fa richiesta d’inserimento nella lista d’attesa la quale è inserita all’interno del portale SIPC della Regione Lazio. Il paziente può entrare in comunità non appena sia disponibile un posto letto.
Al momento dell’ingresso tutti gli ospiti devono aver avviato un programma socio-riabilitativo ed accettare il regolamento interno della comunità. L’accoglienza è prevista per pazienti di competenza psichiatrica, con patologie diverse, purché l’inserimento sia compatibile con la situazione microsociale creatasi all’interno della struttura e con gli obiettivi del progetto socio-riabilitativo generale e dei singoli progetti individuali previsti per ogni ospite.
Motivi di non ammissione sono limitati a casi di dipendenza attiva da droghe e/o alcool, nonché in presenza di gravi comportamenti di violenza sia auto che etero agita.
Al suo arrivo in comunità, ogni ospite deve consegnare al personale della struttura la seguente documentazione al fine di rendere effettivo il ricovero:

  • Carta d’identità
  • Tessera Sanitaria
  • Impegnativa dello psichiatra curante del CSM di appartenenza che autorizzi al ricovero nella SRSR
  • PTI (Progetto Terapeutico individualizzato) a cura dello psichiatra curante del CSM di appartenenza.
  • Se necessario Piano Terapeutico a cura dello psichiatra curante del CSM.
  • Relazione clinica.
  • Documentazione relativa all’invalidità (se riconosciuta): commissione di prima istanza con eventuali revisioni
  • Tessera esenzione ticket

Il progetto socio-riabilitativo viene concordato con i responsabili della ASL, l’équipe multidisciplinare della residenza psichiatrica e l’ospite stesso.
In particolare gli interventi socio-riabilitativi sono rivolti alla:

  • Cura della persona (capelli, manicure, pedicure ecc.)
  • Cura del sé (igiene personale, visite mediche e specialistiche, analisi cliniche ecc.)
  • Cura dell’ambiente (riordino della propria stanza, degli armadi e degli spazi comuni)
  • Le necessità di vita quotidiana (acquisto delle sigarette, indumenti, oggetti vari, bar)
  • L’area educativa-espressiva (individuali e di gruppo)
  • L’area ludico-ricreativa (individuale e di gruppo)
  • I rapporti sociali all’interno ed all’esterno della comunità
  • L’ascolto
  • La comunicazione
  • La condivisione delle problematiche e delle iniziative
  • I rapporti con i familiari
  • I rapporti con i referenti ASL (Psichiatra e Assistente Sociale)

Le dimissioni sono concordate con l’équipe inviante al fine di predisporre il rientro in famiglia o presso strutture a diversa intensità assistenziale.

IL PROGETTO SOCIO-RIABILITATIVO INDIVIDUALIZZATO

Essendo la tipologia di entrambe le strutture di carattere socio-riabilitativo, ne consegue che la finalità ultima del progetto sia favorire un adeguato processo di reinserimento nell’ambiente sociale e relazionale e il raggiungimento di un benessere personale che permetta agli ospiti di recuperare una coscienza della propria “dignità umana” tale da restituire un senso e un valore alla vita.
Il raggiungimento di tale obiettivo si basa sull’elaborazione di Progetti Individuali i quali tengono conto delle caratteristiche specifiche di ogni singolo ospite. Il Progetto socio-riabilitativo viene delineato dallo psichiatra e dallo psicoterapeuta e viene concordato con l’équipe della Asl di riferimento dove viene discusso e approfondito. In tale documento sono definiti:

  • Le condizioni al momento dell’ingresso dell’ospite e del contesto attuale della struttura
  • Gli obiettivi
  • Le attività e le strategie per il raggiungimento degli obiettivi individuati
  • Le modalità e i criteri di verifica
  • Le modalità per la ridefinizione degli obiettivi

Al CSM interessato e al CSM di competenza per territorio è data la possibilità di consultazione del contenuto del Progetto e viene inoltre trasmessa una relazione annuale dell’andamento del Programma socio-riabilitativo in corso. Il Progetto socio-riabilitativo prevede un intervento integrato, globale che tenga la persona stessa al centro di tutto l’intervento, perché la malattia mentale, più di ogni altra patologia, investe la totalità dell’individuo, il suo stesso modo di “essere nel mondo”. Tenere la persona “al centro” significa quindi porre attenzione ai suoi bisogni, ma soprattutto alle sue capacità e potenzialità e guardare a ciò che sa fare e che può dare e non soffermarsi solamente a denunciare ciò che manca: Solo partendo da quello che esiste si può costruire.

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